Ci sono giorni in cui sento il bisogno di rallentare. Di lasciare fuori il rumore, il tempo che corre, e tornare a quei gesti antichi che parlano di casa, di radici, di amore.
Fare la pasta a mano è uno di quei gesti. È come aprire un piccolo varco nel tempo — e ritrovarsi bambina, con il mento appena sopra il tavolo, a guardare le mani di mia mamma che impastano con calma, senza fretta, come se tutto il mondo potesse aspettare.
Ricordo il profumo della farina, la luce del pomeriggio che filtrava dalla finestra, e la sensazione di pace che riempiva la cucina. Oggi provo a rivivere quella magia, preparando i ravioli di spinaci e ricotta, ma nella mia versione senza glutine, per chi non vuole rinunciare alla tradizione, anche se la vita gli ha chiesto qualche attenzione in più.
La farina cambia, ma il cuore resta lo stesso.
E in quei movimenti lenti — la sfoglia che si stende, il ripieno che profuma di casa, la rotella che disegna piccoli quadrati perfetti — ritrovo me stessa.
Ogni volta che preparo questi ravioli, sento di rendere omaggio a una tradizione che non muore mai — anche quando cambia forma, anche quando diventa senza glutine.
Perché la cucina è amore, e l’amore sa sempre adattarsi, restando fedele alla sua essenza più pura.


