Oggi vi porto alla scoperta di uno dei borghi più belli d’Italia: Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo. Soprannominata “La città che muore” dal celebre Bonaventura Tecchi, autore italiano che nacque proprio in questo luogo.
Nonostante questo soprannome, ogni giorno è visitata da diversi turisti provenienti da ogni parte del mondo per ammirare un posto così magico e una location da togliere il fiato.
Era da tanto tempo che io e mio marito volevamo visitare Civita di Bagnoregio. Ci aveva colpito da sempre solo guardando delle foto su internet, ma vi assicuro che trovarsi lì, ad ammirare un posto del genere toglie davvero il fiato. Quindi se potete e vi trovate da quelle parti non fatevi scappare questa occasione.
Vi dico solo che questo borgo è abitato da una decina di abitanti (e da gatti) ed è collegata con il resto della valle da un lungo e stretto ponte in cemento armato. Probabilmente uno dei pochi borghi in perfetto stile medievale, posto su un’alta cima di tufo.
Si raggiunge facilmente in auto. Quando si arriva a Bagnoregio ci sono le indicazioni stradali che portano a Civita di Bagnoregio. L’area di parcheggio costa 2€ l’ora. Dopodiché si continua a piedi. Proprio vicino al parcheggio, c’è il Belvedere, uno dei punti più spettacolari per ammirare Civita di Bagnoregio in tutta la sua bellezza (qui farete le foto più belle in assoluto).
Proseguendo per il sentiero vi troverete ai piedi del ponte e sarete colpiti da una statua che rappresenta il saluto della città di Bagnoregio all’antica città di Civita di Bagnoregio. L’ingresso al borgo è a pagamento (5 € a persona), ma ne vale davvero la pena.
Attraversando il lungo ponte, che vi porterà fino alla porta d’ingresso, si può ammirare un panorama di tutta la valle circostante.
La piazza principale è dominata dal duomo di San Donato, costruito secondo la storia su un tempio pagano.
Dove mangiare senza glutine a Civita di Bagnoregio?
A Civita di Bagnoregio potrete trovare un’osteria con cucina tipica tradizionale anche con piatti senza glutine. L’Osteria al Forno di Agnese, ricca di storia anch’essa, nata nel 1968 da nonna Agnese, con piatti caserecci della cucina locale. Il locale permette di pranzare, sia all’aperto sotto una splendida pergola, sia al coperto, con arredi caratteristici rustici.
I primi piatti possono essere preparati tutti con la pasta senza glutine (utilizzano pasta senza glutine del Molino di Ferro).
I proprietari vi consiglieranno al meglio, e con una particolare attenzione per le intolleranze.
Io ho provato le tagliatelle senza glutine al pesto di pistacchio (sublimi), cottura e tenuta della pasta perfetta. Il secondo non poteva essere che la specialità della casa: il Pollo alla Civitonica nella sua ricetta tradizionale, accompagnato da patate al forno e fette di pane senza glutine.
Sui dolci purtroppo non c’è nulla per noi, ma credetemi sarete soddisfatti anche così.
Vi lascio le foto dei piatti…
Al prossimo viaggio…